7 – Il gioco d’azzardo

6 – Racket e usura

Il gioco d’azzardo – non siamo complici di uno Stato biscazziere

Oggi si può giocare dappertutto tranne che nei cimiteri. L’azzardo è ormai un male sociale in espansione, come se non bastassero le 90 mila “slot machine” presenti nei bar e nei locali pubblici e le centinaia di migliaia di siti online dedicati all’azzardo illegale.
L’allerta ludopatia è scattata a Milano, che secondo le ultime stime tocca il 2% della popolazione caduta nella dipendenza dell’azzardo. Si calcola che nella sola Milano siano installate 8 mila macchinette “mangiasoldi” e che gli esercenti del gioco di azzardo non rispettano le norme sugli orari e il controllo del divieto ai minori. Le multe ai gestori sono state un migliaio. Sono circa mille, su 20 mila ludopatici, coloro che hanno chiesto aiuto per uscire dal tunnel della ludopatia.
Di questo si parlò in un convegno, tenutosi a Palazzo Marino, il 23 Settembre del 2016 con la partecipazione di esperti del settore e delle istituzioni. Solo nel giugno del 2018 la giunta si è data una strategia per combattere il gioco d’azzardo che tocca si è diffuso tra giovani con smartphone.
Già nella legge di stabilità del 2015, lo Stato ipocrita e biscazziere, alla voce “imposte sui giochi”, anziché frenare il dilagare del gioco d’azzardo, previde la riapertura di altre 15 mila sale, per ricavare un gettito di 500 milioni di euro d’incasso.
Al novembre del 2015 sono state sequestrate 2.500 e chiuse 1500 sale d’azzardo, molte in odore di mafie, ma sono aumentate a ben 112.000 le bische legali sul territorio, con un aumento delle “slot machine” da 380 mila a 500 mila (comprese quelle abusive), alle quali s’aggiunsero 3 mila sale gioco con 40 mila macchinette. Gli italiani nel 2015 hanno speso 88,2 miliardi nel gioco d’azzardo legale, più quelli del gioco clandestino. Al contrario la soglia di povertà è salita oltre il 10% e il business dell’azzardo è lievitato nel 2016, per la presenza di 418 mila slot funzionanti, di ben 75.000 in più nonostante che la legge del 2015 intimasse la riduzione del 30% degli slot. Si è avuto un aumento per il recupero degli slot giacenti in magazzini.
La percentuale delle scommesse è del 10% ed è la cifra più alta d’Europa. In ogni bar ci sono tre slot ed esiste una macchinetta ogni 143 italiani, il 10% in più del 2015. Ogni italiano ha allegramente perso nel gioco d’azzardo 284 euro a testa con circa un milione di giocatori ad “alto rischio” e 256 mila patologici. Sono cifre da brividi, ma in Italia si aggirano leggi di uno Stato poco serio e mai affidabile! La circolare beffa sulle slot ne ha autorizzato 40 mila in più, giacenti nei magazzini. In tal modo è stata aggirata la legge che doveva ridurle del 30%.
Dal 2014 sono stati 16 milioni gli italiani, tra i 15 e i 64 anni di età, a puntare 84,5 miliardi di euro, dei quali 47 miliardi in slot e videolottery. Si rileva che, nel periodo di crisi economica del 2012, sono stati puntati dalle famiglie italiane ben 89 miliardi durante l’anno.
Nel 2018 i giocatori sono aumentati a 17 milioni superando il 100 miliardi di euro per l’azzardo.
La Lombardia, con i suoi 10 milioni di abitanti, vanta il primato sia di apparecchi attivi con 56.404 new slot, ai quali si aggiungono 9.798 Video Lottery, presenti in 804 sale autorizzate.
La Lombardia è la capitale per volume di giocate e raccoglie un totale di 10 miliardi all’anno.
La città metropolitana di Milano ne conta ben 15.723 in esercizio e 1.239 in magazzino.
Le città di Voghera e Vigevano Pavia guidano la classifica di concentrazione di sale d’azzardo.
Le province con la più grande concentrazione di slot, dopo Milano, sono Sondrio, Cremona e Brescia. Si calcola che oltre 5 miliardi sono state le puntate dai giocatori d’azzardo nelle sale legali, senza contare quelle illegali. Non si può ipocritamente, denunciare la ludopatia come grave malattia sociale, che rende incapaci di resistere all’impulso di giocare, che porta a rovesci finanziari, alla compromissione dei rapporti familiari, alla perdita del lavoro, allo sviluppo della dipendenza da droghe e da alcol sino al suicidio.
Lo Stato biscazziere continua a fare aprire nuove sale per spingere al gioco e spendere, poi, sul piano sanitario per curare i malati da gioco. I tossici schiavi delle slot machines e delle scommesse o dei poker online, curati in Italia nel 2018, sono 10 mila (83,4% uomini).
Si è detto che lo slot si è ridotto del 30% dal 2000 al 2014, ma al 31/12/2015 il fatturato del gioco è salito del 350%, mentre il PIL è sceso al 7,5%. Sappiamo che esistono tuttora in commercio 342.200 slot e nei magazzini si trovano altre 82.500 per un totale di 424.700, ma la circolare ministeriale beffa ne ha messo in circolazione anche quelle giacenti in magazzini.
L’Azzardopoli invisibile diventa patologica, quando provoca l’incapacità di resistere al gioco o a fare scommesse, nonostante si abbia la consapevolezza delle gravi conseguenze alle quali si è soggetti. Questa ultima piaga sociale, che tanto frutta al malaffare, ha contagiato i quartieri di Milano e dimostra l’inesauribile spinta innovativa e invasiva dei clan malavitosi, che danneggiano la popolazione esponendola alla dipendenza del gioco e alla rovina economica.
È importante affiancarsi alle Associazioni “No Slot”, che contrastano il gioco d’azzardo senza controllo di nessun tipo. La ludopatia è stata denunciata, per primo, dal prete di strada, Don Luigi Ciotti di Torino e Presidente di Libera, che aveva capito che le sale gioco sono un’emanazione del riciclaggio mafioso.
Don Virginio Colmegna, un altro prete di strada a Milano, ha deciso di fare lo sciopero della fame contro la deriva dell’azzardo, capillarmente diffuso in tutti i quartieri di Milano.
È vero che nella legge di stabilità del 2016 si vietava in maniera assoluta nelle TV e sui mezzi di trasporto, la pubblicità martellante e asfissiante di ogni genere di scommesse nel gioco. Ciò non ha ridotto il gioco d’azzardo pubblico autorizzato e tanto meno quello clandestino.
Il governo non ha mai posto freno al dilagare di macchinette mangiasoldi. Le proposte di legge raddoppiano il numero dei casinò d’Italia, per concentrarli nelle mani dello Stato biscazziere.
Il sistema italiano dei giochi pubblici ha registrato soltanto nel 2015 un incasso di 87,71 miliardi di euro e ne ha pagato ai giocatori 70,98 con 8,86 miliardi di entrate per l’erario.
Nel 2016 l’incasso è salito ad oltre 95 miliardi e mezzo di euro giocati9 con un aumento di sei miliardi di euro, dei quali 20 miliardi sono finiti nelle casse dello Stato e dei biscazzieri.
Nel 2017 gli italiani hanno giocato oltre 100 miliardi di euro e lo Stato ne ha intascato 23 miliardi Bel modo di contrastare l’azzardo! L’Associazione Concessionari di apparecchi da intrattenimento chiede la riduzione degli eccessi. Il gioco non deve essere proibito, né compulso, ma necessita un equilibrio del gioco legale e la condanna di quello illegale.
Urge la riduzione del numero degli apparecchi e l’esclusione negli stabilimenti balneari, nei circoli privati, negli alberghi per tutelare i bambini, gli adolescenti, gli adulti.
Esistono sale giochi con slot e scritte beffa “vietato ai minori di 18 anni” un po’ rabberciati, posti sopra le macchinette. La mancata regolamentazione di pubblicità e di legalizzazione della “ticket redemption” continua a confondere divertimento e passatempo ludico col piacere di una vincita.
Ai ragazzi basta un passo per passare dal gioco ad una slot del divertimento.
Lassismo e mancanza di controlli da parte delle autorità preposte (comune/regioni/Stato) rendono ridicoli i divieti. Il gioco è diventato un diritto senza alcuna corretta e responsabile fruizione per distinguere fra gioco e azzardo.
Inasprire i controlli contro la diffusione esagerata di slot illegali e limitare gli orari delle sale gioco e delle le vendite dei “gratta e vinci”, in orari sensibili, potrebbe aiutare centinaia di migliaia di azzardopatici ragazzi e adulti del domani. Non si tratta di essere proibizionisti, ma seguire l’esempio rigoroso del Comune di Bergamo, che controlla e disciplina l’azzardo.
Basta fare annunci verbosi niente slot machine in bar, tabaccherie ed esercizi commerciali e poi non mettere in atto una strategia di contromisure per combattere la ludopatia le conseguenze sociali del gioco d’azzardo e prevenire l’accesso ai minori a tutela la salute pubblica.
Le violazioni del vincolo di distanza di 500 metri dai luoghi sensibili (scuole, ospedali, luoghi di culto). Il numero più alto di esercizi che violano il vincolo di 500 metri di distanza sono 2.562 in Campania, 1586 in Sicilia, 1515 in Lombardia, 613 in Toscana, 576 in Emilia Romagna…
Lo Stato “biscazziere”, affamato di soldi e a caccia di fondi, entra in conflitto col Ministero della Salute assillato per l’emergenza sanitaria e sociale causata dalle ludopatie.
Le Regioni e i Sindaci per disciplinare il settore e arginare il dilagare delle macchinette nei locali hanno compreso l’urgenza di una nuova legge per disciplinare slot e casinò.
Prevedere l’eliminazione, non significa averla attuata e persiste negli esercizi generali secondari, ristoranti, alberghi, esercizi commerciali, edicole, stabilimenti balneari e rifugi alpini.
I numeri dicono che oggi nei bar e nei locali pubblici sono mediamente installati tre slot.
Sono circa cinquemila le imprese di gestori e produttori di apparecchi in tutta Italia.
I dipendenti sono circa 150.000. Le videolottery sono le più pericolose per le tasche dei giocatori e le sale gioco sono tenute più distanti dalle scuole.
L’ultima legge di stabilità 2017 prevede un taglio del 30% delle slot che al 31/12/2015 era 418.210, sceso nel 2017 a 378.100 e dovrebbe scendere a 264.674 dopo lo stop nei bar nel 2019.
È pura illusione combattere la ludopatia che ha avuto effetti sociali devastanti, tuttavia la nuova legge dello stop nei 69.000 tra bar e tabacchi e 29.000 tra sale bingo, giochi negozi e corner, serve a contenere il danno sociale.
La bozza di legge ha suscitato un selva di polemiche. La legge prevede di diminuire i 98.600 punti vendita di slot attuali a 48 mila nei prossimi tre anni.
Le nuove sale dovrebbero avere requisiti di garantire sicurezza e controllo, una distanza di 150 metri dalle chiese e dalle scuole, (nelle città una distanza maggiore è impossibile, perché la desertificazione delle sale aprirebbe la strada ad una più massiccia presenza del gioco clandestino), disporre di una sala più grande, eliminando le slot da luoghi ristretti e sistemati negli angoli di bar e tabaccherie, non devono essere frequentate da minori, installazione di un sistema di video-vigilanza e usare tessere d’identificazione obbligatoria per chi frequenta le slot.
In tal modo si elimineranno le sempre più diffuse bische clandestine, ricavate nel retro dei bar o in locali impensabili di club privati che figurano come luoghi di aggregazione culturale, sociale o sportivi con un giro di affari enorme.
In questi locali frequentati da imprenditori danarosi e in queste bische clandestine viene praticata l’usura con la solita strategia degli strozzini, fatta di telefonate notturne, minacce verbali e poi azioni di aggressioni, pestaggi, ricatti. Chi ha il vizio di frequentare queste bische s’indebita, ha paura e vergogna che si sappia in famiglia e in giro del vizio e preferisce stare zitto. Chi si trova in tali condizioni abbia il coraggio di ribellarsi e denunciare gli usurai che li strangolano, sorridenti nelle fasi di accoglienza iniziale, ma implacabili persecutori che reclutano tra la manovalanza di balordi e sicari i loro aguzzini.
Il circuito più ampio del gioco d’azzardo clandestino prospera non solo a Milano, ma anche sul vasto territorio lombardo. Le indagini in corso da parte dei carabinieri ci riserverà presto un quadro impressionante della rete di diffusione dei club ove l’azzardo clandestino si pratica.
La bozza di legge in discussione è certamente un passo in avanti e l’obbligo di giocare con la tessera sanitaria con le nuove macchinette è fondamentale. Il gioco d’azzardo oltre a fare cassa dovrebbe prevenire, col controllo, una drastica riduzione del 30% la ludopatia.
Gli aspetti positivi rischiano di essere sabotati da manine occulte che in parlamento fanno ritocchi scellerati per negare che la dissuasione dell’azzardo: un’emergenza sanitaria e sociale.
Restano perplessità su 18 mila sale definite “casinò di quartiere” e circa 30 mila esercizi che sono in grado di ottenere la certificazione di categoria A.
Non si rispettano, purtroppo, i divieti di accesso all’ingresso della sala sia con l’identificazione dell’avventore e dell’età, sia di formazione di addetti che vigilano sul gioco d’azzardo patologico, sia dell’obbligo di segnalare i soggetti ludopatici ai servizi-sociali e al divieto di accesso dei soggetti alla dipendenza del gioco. L’ultimo problema è di come ottenere la drastica riduzione degli spazi pubblicitari in una società bombardata dagli spot che inducono al gioco.
Nel 2016 le slot machine hanno raccolto 49,4 miliardi di euro con una crescita del 2,5% rispetto al 2025, restituendone gran parte come vincite ai giocatori.
Lombardia, Lazio, Veneto ed Emilia Romagna sono le regioni dove si gioca di più.
Nel 2016 la Lombardia, per l’azzardo legale, su 63.287 Newslot con 13.114 esercizi, 9808 videolottery, 785 Sale Vit e 9.448 apparecchi senza vincite in denaro, su slot e scommesse si è giocato per 14,5 miliardi di euro, in costante aumento rispetto agli anni precedenti.
La ludopatia risulta di 400 euro giocati per abitante, dietro solo all’Abruzzo, che detiene il primato in Italia con 354,31 euro.
È stato trovato, nel 2017, l’accordo sul riordino del videogioco di monopolio del governo, con la previsione del 50% dei punti di vendita, ai quali si aggiunge quella di un terzo della riduzione delle slot machine per prevenire la ludopatia. Toccherà alle Regioni adottare le norme integrative di prevenzione alle ludopatie per una tutela maggiore della salute dei cittadini rispetto a quella prevista a livello nazionale.
Le scommesse online rappresentano circa il 10% del giro d’affari complessivo e sono tracciate, mentre oltre il 90% sfugge a qualsiasi controllo e una larga fetta è in mano alla criminalità organizzata. I ludopatici sono spesso complici e anche vittime.
In Lombardia si gioca e si vince di più, ma anche la ludopatia è maggiore. Milano ha slot machine non solo ammassate nelle sale giochi o nascoste negli angoli dei bar, ma è protagonista tra i giovanissimi della nuova frontiera del gioco d’azzardo online a portata di smartphone. Occorre pertanto tagliare il wi-fi pubblico ai giocatori d’azzardo online e scoraggiare i frequentatori delle sale giochi con interventi correttivi e preventivi, compresa la limitazione più drastica degli orari di apertura delle sale di bingo e slot.
L’edizione del progetto “Milano No slot”, con la collaborazione della Regione Lombardia, svolge un’azione capillare di sensibilizzazione sul territorio dei 9 Municipi della città, indirizzata verso gli studenti ed attivare una linea gratuita d’aiuto e di sostegno psicologico ai giocatori.
Lo sportello di ascolto della Caritas e dell’Ordine degli avvocati è rivolto alle famiglie dei giocatori per un’assistenza economica e legale.
Nel 2018 Milano conta oltre 20.000 casi patologici e solo un migliaio ricorrono a cure.
L’industria del settore teme un grave passo indietro rispetto alle norme disomogenee di ogni Regione, qualora fosse realizzata una equilibrata distribuzione del gioco e la riduzione delle fasce orarie. Non è facile risolvere il problema, tanto che al 31 dicembre 2018 tutto il settore del gioco d’azzardo ha superato la cifra di 100 milioni di euro!
In Milano il gioco d’azzardo sta mettendo a rischio dipendenza un giovane su dieci, soprattutto, negli istituti di scuole superiori. Ben il 50% delle scuole hanno una sala giochi a dieci minuti di distanza e il 72% ha sede a meno di dieci minuti. Il 45% dei giovani dai 15 ai 19 anni vi ha giocato almeno una volta e il 17,5 % dei giovani è a rischio di scommettitore compulsivo.
Nel 2018 oltre il 2% dei 3.600 studenti intervistati è diventato ludopatico. Le giocate totale degli studenti a Milano ammontano a circa 1,5 miliardi di euro all’anno con una spesa pro capite di 1.080 euro.
Le statistiche non possono lasciarci indifferenti. Il problema ludopatia sta diventando serio come le dipendenze da alcol, da fumo, da computer, dai videogames e delle droghe leggere e pesanti. La dipendenza dal gioco d’azzardo è favorita già dall’uso compulsivo del cellulare e poi dei social vecchi e nuovi.
Si presenta ai nostri occhi un quadro spettrale di ragazzi, aldilà di ogni tipicità su singola dipendenza, che si giocano nell’età migliore la salute e la libertà. La sudditanza al gioco d’azzardo sta diventando un’emergenza. Il Comune ha strutturato la rete civica “No slot” per monitorare il fenomeno e prevenire la diffusione patologica. I risultati ottenuti sono veramente scarsi per l’inefficacia dei regolamenti che disciplinano l’azzardo pubblico, mentre non esiste controllo per il più diffuso gioco d’azzardo clandestino!
Chiediamoci come salvare i nostri figli dal dominio dei videogiochi. I ragazzi, veri marzianetti dei videogiochi, passano ore chiusi nella loro cameretta a combattere guerre, uccidere mostri e diavolerie digitali varie e diventano spesso incapaci di una vita sociale e goffi nei movimenti a causa della prolungata immobilità per giocare col telefonino e a computer con videogiochi che rendono automi, passivi e apatici che recano dipendenza e rischi e non certamente sono strumenti educativi, interattivi e creativi. Non si può abolirli, ma occorre trovare un’alternativa sportiva per passare dalla playstation alla pratica di altre attività sportive dai campi di calcio alle palestre ginniche. Alcol, fumo, droghe, ludopatie sono trappole micidiali per i ragazzi tra i 14 e 17 anni. Il 47% di studenti dichiarano di avere fatto uso di tabacco, il 13,9% e oltre tre ragazzi su dieci dicono di avere provato gli stupefacenti e l’azzardo specie nella versione online.
Nel 2018 circa 700 mila minorenni hanno avuto un’esperienza in sala gioco o con le scommesse, senza rendersi conto che potrebbero esserne succubi o soggetti alla dipendenza. Nel 2019 i ragazzi a contatto con l’azzardo sono saliti ad 800 mila unità, anche se le nuove sostanze di droga sono le più diaboliche e micidiali nel boom delle vendite. Le tabelle di stupefacenti vietati, appena aggiornate, sono subito superate sul mercato che lancia un nuovo prodotto non catalogato. Le droghe classiche: cocaina ed eroina sono sulla breccia e consumate con modalità diverse.
L’azzardo e la droga sono gestiti dai clan della mafia, siciliana, ‘ndrangheta e Sacra corona unità.
Nell’ultimo blitz del novembre 2018 sono state arrestate 68 persone ed effettuati 80.
sequestri per oltre un miliardo di euro durante le perquisizioni da parte delle Direzioni Distrettuali antimafia di Bari, Reggio Calabria e Catania. La ludopatia è una delle piaghe impossibile da estirpare e si deve solo curarla. Milano e Italia sono ridotte male!

8 – Il commercio delle armi